La tradizione dei dolci di Sicilia

La tradizione dei dolci di Sicilia

 

La Sicilia è una destinazione fantastica per gli amanti del cibo. Ma soprattutto è famosa per la sua pasticceria, così ricca, variegata e colorata.

 

Cannoli

Queste cialde croccanti ripiene di ricotta zuccherata sono una specialità tipica siciliana. I cannoli siciliani sono stati “inventati” dai Romani. Il tubo farinarius dulcissimo edulio ex lacte factus era il dolce preferito di Cicerone.

 
 

Il riempimento della cialda è molto importante per mantenere la sua freschezza, deve essere fatto solo all’ultimo momento, poco prima di servire. Nelle vere pasticcerie siciliane si segue ancora questa direttiva: se ordinate un cannolo sul posto, si è soliti chiedere ‘Mi rassi’ n cannolu “(” Vuoi darmi un cannolo? “); ma “Mi inchissi ‘n cannolu?” (“vuoi riempire un cannolo per me?”). Buono a sapersi per averlo sempre fresco! Un must, poi, il pezzo di arancia candita sopra!

 
 

Cassata

Un’altra prelibatezza che dovete assolutamente assaggiare durante una visita in Sicilia è la cassata – un dolce rotondo fatto di ricotta, marzapane, frutta candita e panna montata. La parola cassata sarebbe un derivato di caseum, formaggio in latino (a causa della ricotta), mentre secondo altri deriverebbe dall’arabo qas’at, bacinella (a causa della sua forma tonda).

 
 

La forma attuale della cassata risale al 1870, ai tempi del massimo splendore della famiglia Florio nella Sicilia occidentale. Salvatore Gulì, uno dei pasticceri più rinomati a quell’epoca lavorò per questa nobile famiglia e in occasione di una grande mostra per pasticceri fece una versione “moderna” della cassata autentica. Diventò così famosa che i dolci improvvisamente spuntarono ovunque.

Oltre ad un trionfo di sapore è uno spettacolo anche alla vista con la sua base bianca, decorata dal verde del marzapane e dai vari colori della frutta candita.

 

Frutta di Martorana

La frutta di Martorana è uno tra gli emblemi delle specialità dolciarie della Sicilia, deriva il suo nome e la sua origine dalla Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio a Palermo, detta La Martorana.

La tradizione vuole che nel periodo normanno le monache del monastero benedettino abbiano preparato per la prima volta dei dolci a forma di frutto (agrumi) che hanno poi appeso agli alberi in sostituzione di quelli già colti, al fine di arricchire l’aspetto del loro giardino durante la visita di un prelato importante.

 
 

L’impasto è composto originariamente da zucchero grezzo o miele, mandorle tritate e chiaro d’uovo, nel corso dei secoli e con alcune modifiche è diventato l’odierno marzapane, con la denominazione di Frutta Martorana.

Nelle pasticcerie oggi, non ci sono solo agrumi, ma troverete anche banane, fichi, pere, fragole…insomma tutti i frutti. C’è chi si diverte a realizzare anche verdure e pesci!

 

I Minni ri Virgini

In onore della festa di Sant’Agata, il 5 febbraio, in Sicilia si mangiano le minne di Sant’Agata, in onore della Santa, protettrice della città di Catania. Esse fanno riferimento ai seni che le furono tagliati durante il suo martirio a cui venne sottoposta per obbligarla ad abiurare la sua fede. La leggenda vuole che i seni della santa ricrebbero, e allora per devozione, sono diventate cibo rituale e propiziatorio per quel giorno.

Sono piccole ed hanno una forma tonda, proprio come un seno, fatte di pan di spagna e ricotta e ricoperte di glassa bianca con in cima una ciliegia candita che ricorda la forma di un capezzolo. Da assaggiare!